Il 25 ottobre 2017 ha avuto inizio l’ottava edizione del Master in Coaching evolutivo.
Il primo incontro in videoconferenza, di presentazione, è stato un momento particolarmente denso di aspettative, emozioni e di significati. Una scuola di Coaching – infatti – non è solo apprendimento di competenze, ma è anche un momento di cambiamento evolutivo, di riscoperta dei propri talenti e dei propri valori.
Non è un caso se, nel primo modulo didattico, del 6 novembre, una parte dell’incontro lo abbiamo dedicato ad esercizi di emersione valoriale, cioè di messa a fuoco dei propri valori.
I valori sono “l’anima” degli obiettivi che ci poniamo, oltre che delle nostre passioni ed interessi. Ciò che ci motiva non sono gli obiettivi in sé, ma i valori che questi permettono di esprimere.
Una parte della dottrina (ad esempio la PNL) considera i valori come un’area cognitivo – alla stessa stregua delle “convinzioni” -, difettando di un certo ipercognitivismo.
Per noi i valori hanno una dimensione prevalentemente emotiva. Se, ad esempio, viaggiare mi appassiona non è certo in virtù di una mia convinzione, ma perché soddisfa dei miei valori. Se viaggiare mi piace, mi soddisfa, mi diverte, me ne accorgo dal mio “sentire” e non dal mio “pensare”.
Domandandomi: “perchè mi piace viaggiare?” o “cosa esprimo di me viaggiando?” …potrei rendermi conto che viaggiare mi permette di esprimere il mio valore della scoperta e dell’avventura.
Se invece cercassi di riconoscere i miei valori scegliendoli – in modo asettico – da un elenco (quindi in modo razionale) sarei influenzato dai condizionamenti e dalle convinzioni: da ciò che mi sono abituato a pensare, o da ciò che famiglia, società e ambiente mi hanno indotto a credere che i miei valori debbano essere.
Allo scultore Michelangelo una volta fu chiesto come facesse a creare delle opere così stupende. “E’ molto semplice,” rispose. “Quando guardo un blocco di marmo, vedo la scultura dentro di esso. Tutto ciò che devo fare è togliere quello che non gli appartiene”.
Domandandoci: “Cos’è veramente importante per me?” ci focalizziamo sugli aspetti più importanti e riusciamo a fare delle scelte in modo più consapevole e in accordo al nostro scopo personale. Diventa più facile allora rimuovere quelle cose che non ci appartengono, e disapprendere abitudini disfunzionali.
Voglio riportare un pensiero di Kabat-Zinn [1]
Tutte le persone hanno qualche desiderio “appena sussurrato dal cuore”, tutti hanno una vera vita segreta, una vita piena di sogni e di possibilità che di solito tengono nascosta. Purtroppo di solito anche a noi stessi. Spesso manteniamo il segreto per tutta la vita. Il fatto è che in realtà non sappiamo chi o cosa siamo, tante sono le preoccupazioni e le finzioni in superficie, tanti sono gli atteggiamenti costruiti – interiori e esteriori – dietro i quali ci nascondiamo
Questo fa comprendere di come il lavoro di scoperta valoriale sia tutt’altro che banale, perché talvolta i valori sono un pò soffocati dai tanti ruoli e copioni ai quali dobbiamo adeguarci.
In questa prima settimana di corso i nostri allievi hanno lavorato sul proprio “set valoriale”. Questo primo Task è la prima “tappa” di un viaggio di scoperta che durerà sei mesi
Il master in Coaching evolutivo contempla due percorsi che vengono portati avanti in parallelo: quello di apprendimento delle competenze tecniche di Coaching, come definite da ICF e della Associazione Italiana Coach Professionisti (AICP) -, per avviarsi alla attività professionale di Coaching, e quello di autoconsapevolezza e di sviluppo personale, che permette di sperimentare su sé stessi l’efficacia del Coaching evolutivo.